Il Palio di Buti rappresenta per noi butesi la manifestazione più importante dell’anno, un evento vissuto con grande passione, dedizione e gioia. Sempre più turisti vengono a Buti, curiosi di scoprire usi e costumi di questa festa che affonda le sue radici nel lontano XVII sec., quando la dedizione delle stalle del paese nel giorno di Sant’ Antonio Abate, protettore degli animali, rappresentava un importante cerimonia religiosa nell’ambito della nostra economia contadina. Fino alla fine degli anni cinquanta erano i cavalli delle nostre zone che, dopo la benedizione, venivano lanciati in corsa dai rispettivi proprietari. Attualmente invece possiamo vantarci della qualità dei nostri cavalli che vengono scelti tra i più prestigiosi d’Italia.

Sono ben cinquanta anni, ossia dal lontano 1961, che il Palio di Buti si svolge secondo regole e principi stabiliti dal Seggio di Sant’ antonio, di cui fanno parte il Sindaco, il Pievano, i rappresentanti delle sette contrade e i componenti del Seggio. Il palio si corre la domenica successiva al 17 gennaio, giorno del santo, ma la preparazione al grande evento inizia molti mesi prima, quando ogni contrada va alla ricerca del miglior cavallo e del fantino più esperto per poter strappare l’ambito “cencio” alle altre contrade. Ogni anno l’ambito palio viene dipinto da un artista del nostro paese.

I festeggiamenti durano due settimane e la cena che segna l’inizio del Palio è quella del venerdi della prima settimana, dove i capi contrada ed altri componenti, più di cento persone, danno l’avvio ad una serie di celebrazioni e rituali che tutto il paese vivrà con intensa emozione ed entusiasmo. La domenica mattina, dopo la messa delle ore undici, la contrada vincitrice del palio del precedente anno, consegna il cencio alla Pievania e successivamente sul sagrato della chiesa vengono estratte le batterie dei sette cavalli sfidanti, tre per ogni corsa più quella finale. Durante tutta la settimana il nostro piccolo paese festeggia con riti religiosi e pagani l’avvicinarsi della sfida. Ogni sera una contrada celebra la messa nella propria chiesetta alle ore ventuno e dopo il rito religioso si dà inizio ad un succulento banchetto di buon auspicio a cui parteciperà tutto il paese. E’ questa la prima sfida che si lanciano le contade: dimostrare quale è stato il banchetto più ricco.

Tra le tante cene quella che però riveste grande solennità è quella che precede la corsa, dove sulla tavola imbandita di piatti tipici locali, la trippa fa la parte della regina. Questo piatto, considerato propiziatorio per la festa, viene cucinato da ogni nostra contrada che ne conserva gelosamente la ricetta tramandata di generazione in generazione. Naturalmente anche il vino, prodotto tipico della zona oltre all’olio, non manca sulla tavola imbandita dei contradaioli che in passato celebravano tutti insieme nella piazza del paese la sera della vigilia.

La notte del sabato è la notte più lunga dell’anno per noi butesi, in ansia non solo per l’esito della corsa del nostro cavallo ma anche per le condizioni del tempo e la riuscita della sfilata in costume celebrata la domenica mattina alle dieci e mezzo.

Ogni cavallo con il rispettivo fantino apre l’inizio della scena preparata dalla contrada, alla quale partecipano bambini, uomini e donne in costume rappresentando momenti importanti della storia del paese di Buti. La sfilata, dopo aver percorso le strade del paese, si conclude davanti al sagrato della chiesa dove vengono benedetti i cavalli non solo del palio ma di tutta la zona, come avveniva secoli fa. In questo luogo il fantino riceve la nomina ufficiale di cavaliere della contrada con la consegna della casacca e del berretto dei rispettivi colori. Alle due del pomeriggio tutto il paese si dispone lungo il percorso di 800 metri in leggera salita, sventolando le sciarpe e le bandiere della propria contrada e alle tre si dà inizio al grande momento che terminerà dopo circa due ore a seconda delle dinamiche di gara. Alla fine solo i colori di una contrada rallegreranno le strade del paese con i festanti contradaioli, il cavallo e il fantino che sono stati capaci di rendere il sogno realtà.